Le conseguenze di un lavoro sedentario – non controbilanciato con attività fisica – difficilmente si presentano nel breve termine, ma arrivano senza sconti con l’avanzare degli anni sottoforma di problemi muscolari, osteoporosi, malattie cardiovascolari etc. Un fenomeno che tende ad aumentare con le tecnologie sempre più avanzate che non incentivano al movimento.
Da un’indagine di Eurofound è emerso che il 28 per cento dei lavoratori rimane seduto praticamente durante tutto il turno e il 18 per cento non si muove per più di 7 ore e mezza. E queste percentuali sono ancora più allarmanti per la Germania, la Danimarca e la Repubblica Ceca. Tra i soggetti più a rischio, chi lavora in ufficio, nelle fabbriche e nel settore dei trasporti.
Uno studio condotto nel 2012 dal titolo “Rischi e malattie nei lavoratori del settore dei trasporti di merci e persone” – F.Ronchese e M.Bovenzi, G Ital Med Lav Erg 2012; 34:3, 352-359 – , evidenzia infatti che gli operatori di questo comparto sono maggiormente esposti alle patologie cardiovascolari e muscolo-scheletriche. Pur trattandosi di malattie di origine multifattoriale, le caratteristiche legate al lavoro del conducente di camion, carrelli elevatori, pullman etc. sono almeno concausali nell’insorgenza delle patologie. Tra gli aspetti che possono incidere in maniera significativa si trovano: stress, mancanza di ergonomia nelle attrezzature, esposizione agli inquinanti atmosferici, rumore e vibrazioni meccaniche.
Conseguenze
I rischi sanitari associati ai lavori sedentari sono ormai noti. Tra questi i principali sono i DMS, cioè i disturbi muscoscheletrici, come lombalgia e problemi al collo e alla schiena, che possono portare importanti squilibri muscolari, dolore e rigidità delle articolazioni.
Nel dettaglio, a risentire particolarmente dell’inattività è il disco spinale. Se quando ci si muove i dischi tra le vertebre assorbono sangue e sostanze nutritive, quando si è fermi, invece, questi si irrigidiscono e si accumulano meno depositi attorno ai tendini e ai legamenti spinali. Ma oltre ai problemi fisici, stare seduti troppo a lungo può portare anche al malfunzionamento di alcuni organi, come cuore e pancreas.
Un altro problema correlato a una vita particolarmente sedentaria è il diabete. La causa sembrerebbe essere lo scarso movimento dei muscoli delle gambe. Ciò da una parte aumenta la concentrazione di grassi e dall’altra, diminuisce la sensibilità all’insulina, che regola la quantità di glucosio nel sangue.
Ma la sedentarietà accorcia anche la vita: come evidenziato dall’ US National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), stare seduti per più di sette ore è uno dei fattori di rischio di morte prematura. Infine, alcuni studi clinici hanno osservato che le funzioni del cervello rallentano quando il corpo sta seduto troppo a lungo e ciò rende più difficile il rilascio dei neurotrasmettitori, responsabili del nostro benessere psico-emotivo.
Possibili soluzioni e interventi
Una ricerca pubblicata sul British Journal of Sports a cura della Norwegian School of Sport Sciences, riporta che per bilanciare dieci ore trascorse in posizione seduta sono necessari dai trenta ai quaranta minuti al giorno di attività motoria a intensità media.
Ma per chi non avesse abbastanza tempo da dedicare quotidianamente allo sport, può impegnarsi a effettuare tre allenamenti intensi a settimana e, durante la giornata, adottare degli accorgimenti minori che possono comunque fare una grande differenza per la propria salute.
È utile modificare frequentemente la propria posizione e quindi – per quanto possibile – cercare di alternare momenti in cui si è seduti ad altri in cui si è in piedi o ci si muove, magari ogni ora fare una piccola pausa per fare due passi o piccoli esercizi sul posto.
Prediligere le scale invece dell’ascensore, se possibile andare al lavoro a piedi o parcheggiare l’auto più lontano, oppure ancora scendere a una fermata prima dei mezzi pubblici. Questi gesti contribuire a raggiungere i diecimila passi al giorno consigliati dall’OMS. Piccoli accorgimenti associati a uno stile lavorativo più sano e dinamico, possono quindi fare la differenza e contribuire a diminuire i danni, spesso irreversibili, dei lavori sedentari.