Sono molteplici i fattori utili a garantire la sicurezza degli operatori impegnati nel settore della logistica. Sensori di movimento sui muletti, barriere di protezione, segnali luminosi e acustici, sono solo alcuni dei sistemi di cui un’azienda si può e si deve dotare. Accanto a questi sono fondamentali i DPI, i dispositivi di protezione individuale che ogni datore di lavoro deve mettere a disposizione degli operatori. Accanto ai guanti, alle scarpe, alle tute ad alta visibilità, un dispositivo che si rivela fondamentale è il casco che protegge dall’eventuale caduta di oggetti dall’alto, o attutisce l’impatto in caso l’operatore scivoli durante una operazione. Tante le aziende che producono caschi da lavoro, realizzati in base a specifiche esigenze, tantissime quelle che hanno scelto di realizzarli con il sistema Mips, Multi-Directional Impact Protection System, studiato e progettato dall’omonima azienda svedese, tra le più importanti a livello globale, che si occupa della sicurezza basata sul casco e sulla protezione del cervello umano.
Il sistema è stato ideato mettendo in correlazione le lesioni cerebrali e la costruzione dei caschi.
“Quando una testa impatta angolarmente e si ferma all’improvviso – spiegano dall’azienda -, il movimento rotazionale può causare al tessuto cerebrale elevati livelli di tensione. L’allungamento del tessuto causato da questi movimenti può provocare vari tipi di lesioni cerebrali. Il sistema è stato progettato con l’intento di smorzare il movimento rotazionale generato dall’impatto”.
Ci sono voluti quasi 2 decenni di ricerche, ma alla fine il neurochirurgo svedese Hans von Holst, insieme a Peter Halldin, ricercatore presso il Royal Institute of Technology svedese, hanno sviluppato la tecnologia che migliora la protezione in caso di urti, riducendo il movimento rotatorio della testa all’interno del casco, facilitando invece quello tra le due superfici che compongono l’elmetto. “Da questo assioma è stato sviluppato Mips, il sistema a piano di scorrimento (di 10-15mm) progettato per ruotare all’interno del casco in tutte le direzioni – spiegano dall’azienda -. In poche parole, un sistema di protezione dagli urti multidirezionale. Questo permette di ridurre e rallentare la quantità di energia trasferita verso la testa e la testa stessa, con lo scopo di diminuire le lesioni causate da movimenti rotatori”.
Il casco dotato della tecnologia progettata dalla società di Stoccolma è costituito da tre componenti principali: la calotta in polistirene espanso (Eps), lo strato a basso attrito e un sistema di fissaggio per mezzo di elastomeri. “In un impatto angolato, il sistema di fissaggio per mezzo di elastomeri si tende per consentire alla calotta in Eps di girare in modo indipendente attorno alla testa – precisano dalla società -. Il sistema si sposta dai 10 ai 15 millimetri, ma è proprio in quei millesimi di secondo che si può ridurre la quantità di movimento rotatorio che può essere trasferita alla testa. Mips, in sostanza, utilizza un sistema a piano di scorrimento che si muove all’interno del casco, imitando proprio il sistema di protezione del cervello. Questo strato è progettato per ruotare all’interno del casco con l’intento di rallentare e ridurre la quantità di energia trasferita verso, o, dal cranio e quindi ridurre il rischio e la gravità delle lesioni cerebrali”.
Un progetto unico e innovativo che ha innalzato il livello di sicurezza degli operatori scelto già dall’80 per cento dei marchi leader nel mondo nella produzione di caschi. “L’ampia adozione di Mips che stiamo riscontrando è il risultato di 20 anni di studi scientifici che hanno ispirato il nostro sistema di protezione cerebrale – sottolinea Johan Thiel, CEO di Mips -. Vedere che sempre più brand partner credono in noi ci rende orgogliosi e ci fa capire che siamo sulla strada giusta. La sicurezza va sempre messa al primo posto e noi non smetteremo mai di ricercare le migliori soluzioni tecnologiche per proteggere la testa”.
Tra le tante aziende che hanno scelto il sistema svedese per i propri caschi c’è la C.A.M.P., con sede a Premana in provincia di Lecco, specializzata nella realizzazione di attrezzature per l’outdoor e per il lavoro. Lo scorso anno ha presentato il casco C.A.M.P. Ares Mips, dotato anche del sistema Elevate, appositamente studiato per i caschi dotati di ragnatura in fettuccia. “Se penso alle innovazioni introdotte da C.A.M.P. in tantissime famiglie di attrezzi, non posso nascondere un certo orgoglio e soddisfazione – commenta Eddy Codega, presidente dell’azienda di Premana -. L’adozione del sistema Mips nei caschi Ares non è che l’ultimo step di un lungo cammino, cominciato con la fondazione di C.A.M.P. nel 1889”
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