È una digitalizzazione a due velocità quella che stanno vivendo le imprese italiane: se da un lato sono sul gradino più alto del podio europeo nella fatturazione elettronica e nella conservazione digitale, dall’altro, invece, accusano un pesante e costoso ritardo nell’impiego dei Documenti di Trasporto elettronici e nell’eCommerce B2b.
A dirlo, sono i dati emersi nel corso del convegno “Lepre o tartaruga? Il paradosso del B2b italiano” organizzato dall’Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano. “La digitalizzazione nel B2b procede a due velocità: da un lato gli obblighi normativi ci hanno portati a essere primi in Europa per la fatturazione elettronica, dall’altro l’adozione spontanea di soluzioni digitali nelle imprese fatica a procedere” afferma Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio Digital B2b. “Sul primo fronte siamo così avanti rispetto all’Europa che ora paradossalmente le Direttive rischiano di obbligarci a ripartire da zero, su altri siamo così indietro da faticare a competere alla pari con le imprese europee. Dobbiamo lavorare in modo unito per difendere gli investimenti già effettuati mettendo in luce i benefici derivanti dalle nostre soluzioni e spingere in modo deciso sull’acceleratore per colmare i gap rispetto ad altri Paesi”.
Un ritardo che vale 18 miliardi di euro
A emettere DdT digitali è solo il 35 per cento delle imprese italiane, una su tre, percentuale che scende ulteriormente, giungendo a un ben poco lusinghiero 22 per cento, a identificare quelle che li ricevono. Secondo l’Osservatorio del PoliMi, se fossero digitalizzati tutti i Documenti di Trasporto che circolano sul territorio italiano (circa 1,2 miliardi) ci potrebbe esser un risparmio di 18 miliardi di euro per il sistema Paese, in gran parte (99,7 per cento) imputabile a un aumento della produttività delle imprese e secondariamente a un risparmio di materiali e a una riduzione della ricerca in archivio. Soldi che, sempre secondo il dipartimento dell’ateneo meneghino, potrebbero invece essere canalizzati in maniera più proficua per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Italia o in dotazione tecnologica, spingendo così le aziende italiane sulla cima dell’Olimpo europeo.
“La digitalizzazione dei documenti di trasporto è ancora ferma al palo, in larga parte per le resistenze culturali dei partner di business” osserva Paola Olivares, direttrice dell’Osservatorio Digital B2b. “I tempi sono maturi per ipotizzare in questo ambito un approccio ‘top-down law-driven’ che imponga a livello nazionale un obbligo generalizzato di trasmissione del DdT in formato elettronico strutturato. Una tale scelta consentirebbe al sistema Italia di raggiungere enormi vantaggi e di posizionarsi come leader nella transizione al digitale dei documenti e dei flussi informativi”.
Seppur il peso dell’eCommerce B2b di prodotto, cioè il valore delle transazioni in cui l’ordine viene scambiato in formato digitale, si stia pian piano affermando in Italia, raggiungendo l’equivalente di 265 miliardi di euro nel 2023, in crescita del +10 per cento rispetto all’anno precedente, è tuttavia pari solo al 21 per cento del transato B2b nelle filiere di prodotto. A oggi, meno della metà delle imprese italiane, 42 per cento, ha almeno uno strumento di e-commerce attivo.
Infante, adolescente, adulto: i 3 gradi delle imprese
Sono diverse le variabili che influenzano le aziende nella scelta delle soluzioni e-commerce b2b da adottare: dalla combinazione delle funzionalità del sito all’importanza di questo nella strategia aziendale, dall’organizzazione interna fino all’integrazione tecnologica. Queste riflettono un tipo di approccio che l’Osservatorio Digital B2b identifica in 3 stadi: infante, adolescente e adulto.
Quasi la metà delle imprese esaminate ha un approccio da “infante”, con siti vetrina, spesso semplice versione digitale di un catalogo fisico, o punti di raccolta di richieste d’ordine. Il 31 per cento ha invece un sistema “adolescente”, con un buon grado di consapevolezza sull’importanza dei nuovi canali nella relazione con i clienti B2b, ma poco progredito sul fronte organizzativo e tecnologico. Ha invece un approccio da “adulto” il 21 per cento delle imprese, con hub per tutte le fasi del ciclo esecutivo, dall’emissione dell’ordine al relativo pagamento, integrando servizi avanzati di reportistica o di personalizzazione e visualizzazione dei prodotti tramite realtà virtuale.
Uno sguardo al futuro e all’Europa
Guardando ai prossimi 12 mesi, a farla da padrone tra gli investimenti in tecnologie per il Digital B2b saranno i sistemi di gestione elettronica documentale, seguiti da cloud e sistemi ERP. Per un terzo delle aziende si tratterà comunque di cifre esigue: verrà allocato meno dell’1 per cento del fatturato. Il 9 per cento delle imprese prospetta l’introduzione di strumenti di Robotic Process Automation per automatizzare i processi aziendali: un innesto che per ciascun ciclo ordine-pagamento potrebbe portare a un risparmio di 58 minuti e 22 euro. Un vantaggio particolarmente evidente nella gestione della fatture e delle non conformità, salvaguardando, rispettivamente, l’86 e 74 per cento di tempo. Volgendo lo sguardo all’Europa, invece, sono diversi i progetti e le evoluzioni normative in discussione. A partire da eIDAS 2, versione aggiornata del regolamento del 2014, che a maggio di quest’anno ha introdotto, tra gli altri, l’eArchiving. Si tratta di un servizio fiduciario abili- tante la ricezione, conservazione, consultazione e cancellazione dei dati elettronici, con reciproco riconoscimento tra gli Stati membri: è un ambito in cui la normativa italiana è parecchi passi avanti, e la cui esperienza antesignana dovrebbe fungere da fonte per la scelta degli standard e specifiche da adottare a livello comunitario. Non si può dire lo stesso per la digitalizzazione dei documenti della logistica: in questo settore l’Italia registra un penalizzante ritardo che, in vista del recepimento delle future normative europee, come il regolamento eFTI e ill protocollo eCMR, potrebbe subire una repentina e forzata accelerazione.